lunedì 8 febbraio 2010

Franco Basaglia, la rivoluzione nel mondo della psichiatria e della malattia mentale

« Dal momento in cui oltrepassa il muro dell'internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale ([...]); viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione.

Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento. L'assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l'essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l'aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che – proprio in quanto tali – non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno: questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell'asilo »


Questo dichiarava Franco Basaglia a proposito delle condizioni in cui erano costretti a vivere, prima della legge che egli stesso istituì nell’1978, i malati mentali. Il 7 e l’8 febbraio su Rai Uno è in onda la fiction “c’era una volta la città dei matti” che racconta il lavoro dello psichiatra italiano diventato famoso in tutto il mondo per avere distrutto il regime “carcerario”, eprhcè di questa trattasi dei manicomi. Un’interpretazione straordinaria quella di Fabrizio Gifuni nel ruolo di Basaglia, ma anche di tutto il cast che interpreta magistralmente emozioni difficili, vissuti complessi.


Una fiction curata, dettagliata, realistica e priva di faziosità che rende perfettamente l’idea di quanto rivoluzionario sia stato il lavoro di quest’uomo che, insieme ad un’equipe straordinaria e alla grande complicità della moglie, è riuscito a mettere in pratica qualcosa di assolutamente unico e ha ridato dignità ad uomini che non ricordavano più di appartenere al genere umano perché, come egli stesso dichiarava, “erano stati trattati per così tanto tempo da bestie, da avere dimenticato il loro essere umani”.


A Franco Basaglia , come detto, si deve l'introduzione della "legge 180/78", dal suo nome chiamata anche Legge Basaglia, che introdusse una importante revisione ordinamentale sui manicomi e promosse notevoli trasformazioni nel trattamento delle malattie mentali.

1 commento:

  1. A Franco Basaglia la mia gratitudine e riconoscenza per aver portato la persona "al centro", per aver insistito, nonostante le difficoltà, sull'importanza fondamentale della relazione e dell'amore per il prossimo, per aver lottato per quelle "anime" tutt'altro che vuote, che venivano considerate come "scarti", perdute, senza ritorno... Lui ci ha dimostrato che possono ritrovarsi anche loro, che l'incontro, il contatto (anche "al di là" dei confini) con loro può essere tanto meraviglioso, emozionante e ricco di vita da riempire la tua di significato...Perchè anche loro sono persone (dal latino per-sonans) e quindi risuonano, come uno strumento musicale...E accordando la nostra melodia con la loro, possiamo dar vita a una bellissima sinfonia...

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